Condividere la propria cartella clinica elettronica in ogni paese europeo. Può servire in situazione di emergenza: si ha un incidente durante un viaggio in Europa, ci si sente male, e i medici possono conoscere subito eventuali patologie croniche o allergie ai farmaci.
È con questo obiettivo che la Commissione europea ha presentato oggi una serie di raccomandazioni per creare un sistema sicuro che permetta ai cittadini di avere accesso ai propri documenti sanitari elettronici in tutti gli Stati Ue. Accesso ai dati sanitari più sicuro, dunque, e più facile. “Nell’ambito degli sforzi volti a fornire ai cittadini dell’UE un accesso a servizi digitali sicuri e di alta qualità, l’iniziativa odierna aiuterà i pazienti a ricevere cure ovunque si trovino nell’UE, anche in situazioni di emergenza”, promette la Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali Mariya Gabriel. Oggi la possibilità dei cittadini europei di avere accesso alla documentazione clinica elettronica in tutta la Ue cambia da un paese all’altro. “Mentre alcuni cittadini possono accedere a parte delle proprie cartelle cliniche elettroniche a livello nazionale o transfrontaliero, per molti altri l’accesso digitale a questi dati è nullo o limitato – dice Bruxelles – Per questo motivo la Commissione formula oggi alcune raccomandazioni che ne agevoleranno l’accesso transfrontaliero sicuro, nel pieno rispetto del regolamento generale sulla protezione dei dati”. Qualche esperienza di rilievo c’è già. Dallo scorso 21 gennaio i cittadini finlandesi possono acquistare medicinali in Estonia utilizzando le proprie prescrizioni elettroniche e i medici lussemburghesi saranno presto in grado di consultare i profili sanitari sintetici dei pazienti cechi. La Commissione europea, nella sua raccomandazione, propone agli Stati di estendere collaborazione e comunicazioni alle analisi di laboratorio, alle lettere di dimissione ospedaliera, alla diagnostica per immagini e referti. “L’iniziativa getta al contempo le basi per lo sviluppo di specifiche tecniche da utilizzare nello scambio delle cartelle elettroniche caso per caso”. Sostiene Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale: “Le persone chiedono di poter accedere online ai propri dati sanitari in modo sicuro e completo, ovunque si trovino. I professionisti sanitari necessitano di cartelle cliniche affidabili per poter prestare cure migliori e in modo più tempestivo. I nostri sistemi sanitari necessitano delle migliori risorse per poter offrire la migliore assistenza personalizzata. Insieme dobbiamo accelerare il passo e sviluppare uno scambio sicuro delle cartelle cliniche elettroniche in tutta l’UE. Ciò migliorerà la vita dei cittadini e aiuterà gli innovatori a ideare la prossima generazione di soluzioni digitali e cure mediche.” Accedere alla propria cartella clinica può dare vantaggi evidenti. In caso di incidente durante un viaggio in Europa, ad esempio, garantisce accesso immediato dei medici alle informazioni sul paziente, ad esempio dati su eventuali patologie croniche, allergie o intolleranze a determinati farmaci. E questo può rendere più tempestive le cure. Si può avere una migliore qualità e garanzia di continuità dell’assistenza prestata ai cittadini che si spostano all’interno dell’Unione europea. Senza contare i vantaggi per la ricerca medica davanti a sfide come le malattie croniche o neurodegenerative, agevolando la condivisione dei dati – dietro consenso del cittadino. Condividere i dati sanitari, come gli ultimi esami di laboratorio fatti da un paziente, può inoltre permettere di risparmiare tempo e ridurre i costi perché un ospedale di un altro Stato non dovrà ripetere quegli stessi esami. Dice Vytenis Andriukaitis, Commissario responsabile per la Salute e la sicurezza alimentare: “Quanti di noi, durante un viaggio o magari al momento di trasferirsi in un altro Stato membro, avrebbero voluto poter accedere ai propri dati medici per condividerli con un medico in loco? Tra l’altro la possibilità di condividere in modo sicuro le informazioni mediche con i medici all’estero potrebbe non solo migliorare in modo sostanziale la qualità dell’assistenza che riceviamo ma anche produrre effetti positivi sui bilanci sanitari. Sarebbero infatti molto più rari i casi in cui si devono ripetere costose analisi mediche, come esami di laboratorio o diagnostica per immagini.” Quali le prossime tappe? Fra Commissione e Stati verrà avviato un coordinamento per raccogliere le osservazioni di professionisti sanitari e di rappresentanti dei pazienti sia a livello della Ue che nazionale.