Lo spreco alimentare in Italia è stimato in oltre 15 miliardi di euro e vale lo 0,88% del Pil. Oltre 3 miliardi avvengono nella filiera, nella fase di produzione e distribuzione. Lo spreco alimentare domestico, quello che si ha nelle case, rappresenta vale quasi 12 miliardi di euro.
Questi i dati più recenti sullo spreco alimentare che sono stati presentati ieri alla Fao, in occasione della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare di oggi, nell’ambito della campagna Spreco Zero dello spin off Last Minute Market. Sembra però che gli italiani siano poco consapevoli dello spreco di cibo che viene dalle case. “La percezione degli italiani – dice Andrea Segrè, fondatore e presidente di Last Minute Market – è ancora poco consapevole della necessità di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico. I paradossi del cibo sono evidenti: 821 milioni di individui sulla terra soffrono la fame e 1 persona ogni 3 è malnutrita. Ma intanto una persona su 8 soffre di obesità. Tutti possiamo dare il nostro contributo all’obiettivo #famezero #sprecozero acquistando solo ciò che serve realmente, compilando liste precise che non cadono nelle sirene del marketing, scegliendo alimenti locali e di stagione basati sulla Dieta Mediterranea, consultando etichette e scadenze, utilizzando al meglio frigo, freezer e dispensa per gli alimenti senza stiparli alla rinfusa”. Quali sono i cibi più a rischio di venir sprecati? Soprattutto, dice Last Minute Market, bevande analcoliche, legumi, frutta fresca, pasta fresca e non che viene gettata senza essere stata consumata. Pane e verdure fresche sono fra gli alimenti più spesso buttati via. Nel corso degli anni qualcosa sembra cambiato in meglio: il 64% degli italiani dichiara di gettare il cibo solo una volta al mese (16%) o persino più raramente (48%); il 15% lo fa una volta alla settimana; solo l’1% dichiara di sprecare quotidianamente il cibo. Il 38% degli italiani dichiara che la quantità di cibo acquistato e non consumato è diminuita rispetto a due anni fa, anche se il cibo continua a essere considerato la prima fonte di spreco in generale, prima ancora di acqua, energia e soldi nella percezione dei connazionali. Quali sono i rimedi antispreco adottati dagli italiani? “Il 65% – dice Last Minute Market – provvede a un check della dispensa prima di fare la spesa, il 61% congela il cibo a rischio deperibilità e il 54% cerca di prevenire controllando la quantità di cibo ottimale prima di cucinarlo. Più di 1 italiano su 2 (52%) verifica l’edibilità del cibo prima di risolversi a buttarlo, il 44% affronta il test dell’assaggio. Molti si dedicano a ricette con cibo di recupero dagli avanzi del pasto prima (48%), solo 1 italiano su 3 (34%) richiede al ristoratore una bag per trasportare a casa il cibo che non è riuscito a consumare e solo 1 italiano su 5 (22%) dona al vicino il cibo in eccesso a rischio spreco”. A livello europeo l’obiettivo è di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2025. Dice Andrea Segrè: “Al nuovo Parlamento, che entrerà in carica dopo le elezioni di maggio, e alla nuova Commissione europea rilanceremo la nostra richiesta di indire un Anno Europeo dedicato alla Prevenzione dello spreco alimentare. E chiederemo che la Giornata Nazionale del 5 febbraio possa diventare Giornata Europea di impegno sulla questione dello spreco di cibo”.