Il salario minimo garantito, denominato anche reddito di cittadinanza, è uno dei capisaldi del welfare europeo. Ci sono 3 nazioni in Europa che non ce l’hanno: Italia, Grecia e Ungheria… e sono guardacaso tra quelle che hanno i maggiori problemi economici.
Uno studio sull’applicazione di questo reddito lo ha pubblicato Giovanni Perazzoli su MicroMega, che ne ha delineato anche degli esempi: «Una donna tedesca disoccupata, sola, con tre figli e un affitto di 500 euro, riceve dallo stato 1˙850 euro al mese. L’affitto nel caso specifico è basso, ma lo stato si impegna a pagare un affitto medio, quindi questa signora potrebbe avere di più in relazione all’affitto da pagare. Lo stato paga poi il riscaldamento e l’acqua calda».
Di questo argomento abbiamo già parlato qui su CustomerCareService, ma ci sembra utile portare altri dati. La frase citata è contenuta in un’intervista fatta a Perazzoli da Ignazio Dessì, e pubblicata anche sul blog multiautore LaPoesiaELoSpirito. Potrebbe sembrare una sparata da intellettuale di sinistra che non ha idea di quanto costi lo Stato sociale, ma in effetti è il contrario: l’idea di un salario minimo garantito proviene da ambienti liberisti. Perazzoli stesso cita tra le sue fonti Philippe van Parijs e Yannick Vanderborght, che hanno scritto un libro, «Il reddito minimo universale», pubblicato in Italia da Università Bocconi editore nel 2006.
Nella sua analisi Perazzoli fa riferimento anche a un’altra fonte: la lettere spedita al governo Berlusconi dalla Bce, la Banca centrale europea, con consigli e richieste su come uscire dalla crisi in maniera armonica con il resto dell’Europa. Su quella lettera si sono basati anche alcuni interventi del governo Monti, come quello sulla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Però, a quanto pare, sia politici sia tecnici hanno letto male.
Dice Perazzoli: «Questo è un caso esemplare di come viene trattato il tema in Italia. L’Europa raccomanda all’Italia di introdurre un reddito minimo garantito da almeno vent’anni. Nel documento europeo che cito su MicroMega, si dice chiaramente di introdurre un “reddito minimo garantito” senza limite di durata. Ma nulla è stato fatto».
Ma per quale motivo una nazione dovrebbe rifiutare uno strumento così utile? Perazzoli ha una sua idea: «Se le persone non sono libere dai bisogni primari della sussistenza non possono dire “no”. Saranno costrette a far parte di un sistema piramidale e autoritario, dove il merito e l’iniziativa originale tenderanno a scomparire».
Ecco qua. Se la gente è povera non può dire «no», e sarà in balia di poteri e potentati, di partiti e mafiosi, e in generale di coloro che promettono (a prescindere dal fatto di poter mantenere) un «aiutino».
È un discorso che rimane aperto. Ci sarà da riparlarne.
https://www.customercareservice.net/niente-articolo-18-niente-reddito-di-cittadinanza-lo-stato-italiano-crea-difficolta-ai-propri-cittadini/