Nel corso del 2011 in Italia si sono vendute più biciclette che automobili. A scoprirlo sono state le aziende aderenti all’Ancma, ovvero la sezione di Confindustria che rappresenta i costruttori di biciclette: secondo i loro calcoli, le bici vendute sono state 1˙750˙000, mentre le auto nuove immatricolate all’Aci sono state 1˙748˙143.
Ma non è che tutto d’un botto gli italiani siano diventati amanti della bicicletta. La quantità di 1,7 milioni di bici vendute è stabile perlomeno dal 2004, con un massimo di 2 milioni nel 2007 e un minimo di 1,5 milioni nel 2008. Piuttosto a crollare è stato il mercato dell’automobile. Nel 2007 si vendevano 2,5 milioni d’auto all’anno, poi c’è stato il crollo.
Nel sito web dell’Ancma (qui il link) si parla di altri crolli di vendite: quello delle moto, che sono calate del 40,4% nell’ultimo anno, e degli scooter, calati del 34,7%.
Il fenomeno sembra dovuto all’aumento di prezzo dei carburanti, con la benzina schizzata fino a 2 euro al litro. Così la principale pecca della bicicletta, che richiede fatica umana per essere fatta andare, è diventata quasi un pregio: perché la fatica, oltre che essere gratis, serve alle persone per mantenersi in forma.
Di questo argomento ha parlato anche il quotidiano la Repubblica, con un articolo di Fabio Tonacci pubblicato lo scorso 1 ottobre. La riflessione di Tonacci è che il sorpasso di vendite delle auto sulle bici, in Italia, si registrò negli anni ’60, come conseguenza del boom economico, e sancì di fatto l’ingresso dell’Italia nel novero delle Nazioni più avanzate del mondo. Nei decenni precedenti, quelli senza veicoli a motore, l’Italia era rimasta infatti un passo indietro rispetto alle Nazioni più ricche dell’Europa del nord e del Nordamerica.
Va anche detto che, dal punto di vista economico, il business legato alla bicicletta è molto minore rispetto a quello dell’auto. Secondo i dati Ancma, il mercato della bici ha un fatturato di circa 1 miliardo di euro l’anno, quello dell’auto supera ampiamente i 40 miliardi. E questo è uno dei motivi che fa dire agli economisti che siamo «in crisi» – anche se l’economia ha la tendenza a misurare il movimento dei soldi più che le dinamiche della felicità delle persone.
C’è però un indicatore a sostenere l’idea che «bici è meglio»: la velocità degli spostamenti in città. Su percorsi minori di 5 km, la bicicletta è il mezzo di trasporto personale più efficiente e veloce. Soprattutto se non si devono trasportare pesi e se il posto dove occorre andare è privo di parcheggi (come avviene in quasi tutte le città del mondo).