Nel Paese del Sole sono ben 7.862 i Comuni in cui sono presenti impianti fotovoltaici, 6.822 quelli del solare termico, 1.489 quelli del mini idroelettrico e 1.025 quelli dell’eolico, 4.130 quelli delle bioenergie e 595 quelli della geotermia.
L’unione fa la forza, infatti il risultato di questi municipi virtuosi porta ben 3.060 comuni a essere autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 58 per quelli termici, mentre 37 municipi si confermano rinnovabili al 100% per tutti i fabbisogni delle famiglie. Sono i risultati del dossier di Legambiente Comuni Rinnovabili 2018, presentato oggi nel corso della prima giornata del Forum QualEnergia organizzato a Roma dall’associazione ambientalista insieme a La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il contributo di Cobat. “Dobbiamo, e finalmente possiamo, fermare la febbre del Pianeta – ha dichiarato la Responsabile Energia di Legambiente Katiuscia Eroe – In Italia entro il 2030, dobbiamo riuscire almeno a triplicare i 20 GW installati di impianti solari e realizzare investimenti capaci di ridurre drasticamente consumi energetici e emissioni di CO2. Ci aspettiamo quindi che il Governo recepisca subito queste nuove regole per permettere alle famiglie e alle imprese di ridurre la spesa energetica diminuendo le emissioni climalteranti”. Legambiente denuncia uno sviluppo delle rinnovabili fortemente rallentato negli ultimi anni. L’associazione punta il dito contro le politiche che “hanno guardato in un’altra direzione, e perché non sono stati risolti i problemi legati alle barriere, anche non tecnologiche, che trovano i progetti nei territori. In molte regioni è di fatto vietata la realizzazione di nuovi progetti rinnovabili”. Giù contributo della produzione da rinnovabili rispetto ai consumi e su le emissioni di CO2. Occorre cambiare registro. “Il nuovo Piano energia e clima, che l’Italia dovrà presentare in una prima versione entro Dicembre 2018, dovrà fissare la traiettoria degli obiettivi e delle politiche al 2030, inquadrate dentro una strategia di lungo termine al 2050 di decarbonizzazione dell’economia, come previsto dalle nuove Direttive europee – ha concluso il Vice Presidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Domenica si apre la Conferenza sul Clima a Katowice, in Polonia, e ci aspettiamo che il nostro Governo si batta per mettere in campo un’azione climatica ambiziosa, coerente con l’obiettivo di fermare l’aumento delle emissioni entro 1.5°C, in modo da ridurre in maniera significativa i danni climatici non solo per i paesi più poveri e vulnerabili, ma anche per l’Europa. Secondo Eurostat, infatti, nel solo 2015 le perdite economiche sono state di ben 11.6 miliardi di euro. Mentre un recente studio dell’Agenzia europea dell’ambiente stima costi sino a 120 miliardi l’anno con un aumento della temperatura globale di 2°C e addirittura 200 miliardi se si raggiungessero 3°C”.