In Italia la banda larga, che consente collegamenti veloci a internet, non c’è. O, se anche qualche operatore telefonico ha costruito l’infrastruttura, essa di fatto non è utilizzabile dai cittadini – o ancora peggio dalle aziende le quali potrebbero utilizzarla per produrre reddito. Il dato viene da uno studio effettuato tra gli altri dall’università Bocconi, il cui direttore del laboratorio di ricerca denominato Enter, Francesco Sacco, afferma: «In Lombardia, nello scorso mese di marzo, le aziende medio grandi hanno solo 250 Kbps disponibili per addetto, circa un decimo dei livelli minimi considerabili “banda larga”».
Telecom però vuol sanare la situazione, installando macchinari di Alcatel-Lucent che sfruttano il cosiddetto Vectoring, ovvero riescono a portare l’Adsl veloce anche sui cavi in rame.
Riguardo la ricerca effettuata in Bocconi, la Repubblica ha pubblicato un articolo lo scorso 11 aprile a firma di Alessandro Longo. Risulta che, ai fini dell’utilizzo della rete Adsl, le aziende sono sfavorite dal fatto di trovarsi quasi sempre al di fuori dei centri abitati.
Così, quando hanno accesso a una rete, essa non è nemmeno quella minimale (l’11% non ha accesso nemmeno ai 2 Mbps, e solo il 64% ha accesso a più di 20 Mbps). Ci sono poi aree a intensa industrializzazione dove quelle percentuali sono ancora minori, in maniera quasi drammatica: il Veneto, seconda Regione italiana per Prodotto interno lordo, ha il 22% delle proprie aziende (più di 1 su 5!) nemmeno connesse all’Adsl, e soltanto il 48% (meno della metà!) dispone di più di 20 Mbps.
Il fatto di trovarsi nelle vicinanze dei centri urbani è cruciale perché in essi sono installati gli «armadi» telefonici, ovvero le centraline e sottocentraline che smistano alle singole utenze il segnale che proviene dalle grandi dorsali in fibra ottica. A questo va aggiunto il fatto che il segnale telefonico, se viaggia sulla fibra ottica, può percorrere decine o anche centinaia di chilometri senza degradarsi, mentre se viaggia sul normale doppino di rame è soggetto a disturbi e interferenze – tanto maggiori quanto maggiore è la distanza (e stavolta parliamo di metri, non di chilometri).
Di questo problema ha parlato tra gli altri il sito web IctBusiness, dove è descritta anche una soluzione attualmente disponibile sul mercato: appunto quella di Vectoring Vdsl 2+ di Alcatel-Lucent. Tramite essa si possono portare 100 Mbps a una distanza di 400 metri dal più vicino armadio telefonico, e 50 Mbps a 800 metri, il tutto senza cambiare quell’armadio e, soprattutto, lasciando installati i cavi in rame esistenti.
Va detto che il problema non è soltanto italiano bensì mondiale. Tutte le nazioni avanzate si sono dotate di infrastruttura telefonica nel XX secolo, nell’epoca del rame, e il numero di utenze ancora legate alla vecchia tecnologia è (pare, perché nessuno ha fatto una ricerca precisa) oltre 1,2 miliardi. Adeguarle alla fibra ottica comporta una spesa enorme, che gli operatori telefonici non hanno tanta voglia di affrontare.
E non ne ha troppa voglia la nostra Telecom, che a febbraio (ne ha parlato il sito web CorriereDelleComunicazioni) ha annunciato di voler utilizzare il Vectoring Vdsl 2+ proprio per abbattere almeno del 50% i costi di installazione di nuova banda Adsl.
Moltissime aziende attendono fiduciose.
http://www.ictbusiness.it/cont/news/vectoring-su-vdsl2-il-rame-e-veloce-come-la-fibra/27408/1.html
http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/13904_telecom-italia-si-gioca-la-carta-vectoring.htm