E intanto i grandi manager hanno stipendi milionari in euro

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I partiti politici italiani sono sotto accusa per la loro insensata avidità sui rimborsi elettorali. Ma c’è un gruppo di persone che incassa più soldi di loro: sono i supermanager delle aziende italiane quotate in borsa.

Uno studio sui loro stipendi (che sono noti perché le aziende li devono segnalare nei lori bilanci a uso degli investitori) lo hanno effettuato alcuni giornalisti del Fatto Quotidiano, e sono stati rilanciati nel web – tra gli altri da Giovanni Nucis sul blog multiautore LaPoesiaELoSpirito. Per la verità non li hanno studiati tutti, si sono fermati ai 50 supermanager, circa 1/3 del totale, le cui aziende sono state più veloci a presentare i bilanci del 2011. Ma già i loro guadagni complessivi ammontavano a 134 milioni di euro.

I partiti sono stati messi sotto accusa per i 170 milioni che si prendono all’anno, ma questi manager vanno ben oltre.

Di queste 50 persone, 18 sono oltre che dipendenti anche proprietari delle loro aziende. Tra di loro c’è la famiglia Ligresti, padre Salvatore e figli Jonella, Giulia e Paolo. Jonella in particolare è presidentessa della Fondiaria Assicurazioni, che è sull’orlo del fallimento ma le ha dato nel 2011 uno stipendio di 2,5 milioni di euro, ovvero più di 200˙000 al mese.

Una cifra simile la guadagnano i fratelli Moratti, Gianmarco e Massimo, la cui azienda di famiglia, la Saras, è una delle poche del ramo petrolifero a essere in perdita nonostante i prezzi sempre più alti della benzina. Massimo poi è anche presidente dell’Inter, società calcistica più volte ricapitalizzata durante la sua gestione per recuperare le perdite.

Tra coloro che sono soltanto manager, non proprietari, un caso eclatante è quello di Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel, che nel 2011 ha guadagnato il 40% in più rispetto al 2010, arrivando a 4,37 milioni. L’azienda da lui amministrata, però, ha avuto un calo degli utili del 5%.

Qualche soldo in meno lo ha guadagnato Sergio Marchionne, il principale manager della Fiat, passato da 3,4 milioni a 2,4 milioni. Il che potrebbe sembrare logico, considerato il calo di vendite di auto che il marchio ha subìto e la chiusura di alcuni suoi stabilimenti (in Italia, perlomeno). Senonché Marchionne ha ricevuto un bonus sotto forma di azioni – del valore di 50 milioni di euro.

Sì, viene da rosicare. I sacrifici non sono uguali per tutti. Alcune persone di sacrifici (perlomeno economici) non ne fanno – pur essendo il loro lavoro di qualità, be’, proprio scarsa.

Super-manager, questi costano come i partiti

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