A febbraio l’inflazione si attesta all’1% su base annua, con un dato rivisto leggermente al ribasso (la stima preliminare era del più 1,1%).
I prezzi al consumo aumentano dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1% rispetto a febbraio 2018 (contro il più 0,9% di gennaio 2019). Ma ad andare più su dell’inflazione generale sono i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto e di largo consumo. Le odierne rilevazioni Istat dicono che il leggero aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,3%), dei Tabacchi (+1,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (+0,6%), solo in parte bilanciata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (-2,7%). I prezzi dei prodotti di largo consumo invece accelerano la crescita: i Beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano da +0,6% a +1,6% e i prodotti ad alta frequenza d’acquisto aumentano da +0,8% a +1,5%. Tutte e due le voci vanno dunque al di sopra dell’inflazione generale. Commenta l’Istat: “Le stime definitive confermano che a febbraio i prezzi dei beni a elevata frequenza di acquisto sono cresciuti in misura significativamente più elevata del paniere nel suo complesso (a causa soprattutto dei vegetali freschi).” Il clima fa impennare i prezzi delle verdure: da qui parte il Codacons, che stima questa inflazione in una maggiore spesa annua di 390 euro per una famiglia con due figli, in 308 euro per una famiglia tipo. “Assistiamo ad oscillazioni del tasso d’inflazione dovute principalmente a fattori esterni – dice il presidente Carlo Rienzi – Sul rialzo dei prezzi di febbraio ha pesato in modo particolare l’aumento dei listini nel comparto alimentare, con l’ortofrutta che ha risentito delle condizioni meteo eccezionali. Le ondate di maltempo con neve e gelo registrate da inizio anno, seguite da un caldo anomalo, hanno avuto effetti sulle coltivazioni mandando in tilt le produzioni e producendo un sensibile incremento dei prezzi al dettaglio delle verdure. Occorrerà tuttavia attendere le prossime settimane per verificare se, al netto di situazioni eccezionali che influiscono sui listini, i prezzi in Italia abbiano o meno ripreso a crescere uscendo dalla fase di debolezza che ha caratterizzato l’inflazione negli ultimi mesi”.