No ai nomi di invalidi e indigenti diffusi online, con dati e informazioni personali in chiaro che riportano situazione economica e invalidità dei cittadini.
Era tutto online sul sito del Comune di Messina ed erano graduatorie per esenzioni sulla tassa rifiuti. Il Garante privacy ha dunque vietato al comune di Messina “l’ulteriore diffusione sul sito web istituzionale delle graduatorie di persone invalide o in stato di disagio e che hanno usufruito di esenzioni o riduzioni della tassa sui rifiuti 2015”. È quanto si legge sulla newsletter dell’Autorità, intervenuta dopo una segnalazione. Il Garante ha accertato che due graduatorie, consultabili e scaricabili liberamente da alcuni link presenti sul sito del Comune, riportavano in chiaro dati e informazioni personali di 3447 persone, ordinati in base alla situazione e economica. Nel primo elenco, spiega il Garante, erano riportati il nome e cognome, la data di nascita, il codice fiscale, il numero dei componenti del nucleo familiare di 3269 persone con reddito Isee familiare fino a 8mila euro.
Nel secondo elenco, erano riportati gli stessi dati personali di altre 178 persone invalide al cento per cento e con Isee fino a 10mila euro. Un trattamento dei dati che il Garante privacy ha ritenuto illecito in base al Codice privacy e alla normativa sulla trasparenza. Così l’Autorità ha emanato un provvedimento inibitorio e ha vietato al Comune di Messina l’ulteriore diffusione dei dati sullo stato di salute e delle informazioni sulle situazioni di disagio economico e sociale dei beneficiari. L’Autorità, inoltre, ha prescritto al Comune di adottare in futuro opportuni accorgimenti nella pubblicazione degli atti e dei documenti online, allo scopo di rispettare il divieto stabilito dalla normativa di diffondere questo tipo di dati. Con un separato procedimento il Garante valuterà gli estremi per contestare al Comune di Messina la sanzione prevista per l’illecita diffusione di dati.