DONNE E ALCOL, CE NE PARLA L’ESPERTO EMANUELE SCAFATO

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Donne… troppe ne vedo e ne sento vittime dell’alcol … troppe ne vedo miopi rispetto ai rischi noti in famiglia, rischi che si lascia correre ai propri figli e alle proprie figlie per quieto vivere, per fare “le amiche” che in molti casi, oggettivamente, nessuno vorrebbe avere per la mancanza di quel sano senso di controllo e regolazione, quel senso di protezione materna, innata che è l’anticorpo più potente per quanti non hanno ancora la capacità di adottare scelte completamente razionali e che dovrebbero poter contare su mamme, sorelle , figlie capaci di far osservare , riflettere e cambiare ciò che può trasformarsi in un problema … Donne poco capace i di fornire quell’esempio che ci vuole e che rende autorevoli … destini evitabili , spesso, ma apparentemente difficili da contrastare per tutte quelle donne che non danno al bere il giusto valore …  Essere donna nel terzo millennio è vivere e sentirsi in maniera profondamente più complessa rispetto a quanto le precedenti generazioni femminili hanno avuto modo di sperimentare nel corso della loro vita. Per molte donne, se non per tutte, gli stili di vita si sono drasticamente modificati di pari passo al nuovo ruolo che la donna, a partire dagli anni sessanta, ha progressivamente acquisito in ambito familiare e sociale. Attraverso i cambiamenti si sono fatti strada anche comportamenti in precedenza socialmente considerati prerogativa del sesso maschile e giudicati “sconvenienti” per il sesso femminile come quelli legati all’abitudine al fumo e al bere.Il consumo e, purtroppo, l’abuso delle bevande alcoliche è un fenomeno approdato di recente nell’universo femminile. La progressiva riduzione nel numero di donne astemie registrato nel corso degli ultimi venti anni e la diffusione del bere tra le ragazzine e le adolescenti è un indicatore significativo dell’ampliamento dell’esposizione al rischio alcol-correlato del numero di consumatrici il cui organismo, a differenza degli uomini, presenta una maggiore sensibilità e vulnerabilità fisiologica anche in funzione di condizioni esclusivamente femminili come la gravi- danza e l’allattamento. È un importante scopo della prevenzione cercare di garantire una informazione corretta ed esauriente che contribuisca a rendere le donne maggiormente abili e capaci nella gestione del bere, evitando di esporle agli effetti di una probabile inesperienza connessa all’adozione di un comportamento relativamente nuovo per intere generazioni e che si estende anche a chi, accanto alle donne, vive negli ambiti familiari, lavorativi, sociali. Il ruolo femminile legato alla maternità, alla cura e all’educazione dei figli, all’attività lavorativa e all’importante e specifico contributo che essa stessa fornisce alla società attraverso la sua identità di donna, di madre, moglie, lavoratrice rappresenta un fattore chiave dell’efficacia delle iniziative che possono contribuire a ridurre l’impatto dell’alcol sull’intera collettività. In Italia, le evidenze proposte dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità hanno dimostrato come l’abitudine al bere dei genitori, del capofamiglia in particolare, influenzi fortemente il modello di consumo alcolico dei componenti il nucleo familiare; lì dove il capofamiglia eccede è maggiore il rischio familiare di riscontrare coniugi o conviventi che bevono seguendo il modello poco salutare del capofamiglia. E ciò, ovviamente, è fortemente preoccupante a fronte del modello che la donna, come madre di famiglia, può trasmettere ai figli che imitano il modello del bere proposto loro quotidianamente dai genitori. Le informazioni utili per rendere più consapevoli le donne della maggiore vulnerabilità ai rischi e ai danni alcol-correlati sono tante e non tutte semplici da esporre. Non bisogna stancarsi mai di fornire alle donne una serie di informazioni basate sull’evidenza scientifica la cui finalità è quella di favorire una riflessione ed una conseguente attivazione personale sulla necessità di porre attenzione ad un comporta- mento comune, il bere, e alle possibili conseguenze dannose prodotte dal- l’alcol evitando che possa giungere a nuocere o a minacciare la salute e la sicurezza della donna e di chi la circonda. Riflessione che deve partire soprattutto dalle stesse donne, sicuramente più esposte ai rischi non trascurabili di violenze psicologiche, relazionali e sessuali causate spesso dall’abuso alcolico o dall’alcol-dipendenza altrui ma sempre più frequentemente vittime, consapevoli o meno, del personale abuso di alcol, spesso misconosciuto, quasi sempre sottovalutato. Conoscere l’alcol contribuisce a ridurre il rischio, qualunque esso sia; le donne sono una risorsa e nel giorno della festa della donna il mio augurio è che tante donne possano recuperare e spendere in famiglia e nella società il valore della sobrietà e dell’equilibrio, delle scelte consapevoli e razionali, le scelte giuste che solo le donne sono capaci di fare.

 

Emanuele Scafato

Direttore Centro OMS per la Ricerca e la Promozione della Salute su Alcol e Problemi Alcolcorrelato, Osservatorio Nazionale Alcol, Istituto Superiore di Sanità

 

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