Condotta discriminatoria verso le persone disabili: non possono viaggiare sui bus Flixbus perché questi non sono dotati delle pedane di salita e discesa e di spazi per la sedia a rotelle. Questa la motivazione con cui il Tribunale di Roma ha condannato Flixbus, società di autobus extra urbani che effettua trasporto low cost in tutta Europa, per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità.
I bus non sono accessibili a chi ha problemi di mobilità. Il Tribunale di Roma, sezione diritti della persona, ha dichiarato che “la mancata predisposizione di corse su automezzi accessibili ai disabili costituisce discriminazione indiretta ai sensi dell’art. 2, comma 3, della legge 67/2006” e ha ordinato a Flixbus Italia di mettere a disposizione degli utenti, entro 60 giorni dal provvedimento, mezzi accessibili ai disabili, anche utilizzabili previa richiesta degli interessati. Il Tribuna ha inoltre ordinato la pubblicazione del provvedimento a spese di Flixbus Italia sulle pagine del Corriere della Sera.
Il procedimento è stato promosso dall’associazione Luca Coscioni, che aveva citato in giudizio Flixbus Italia s.r.l. per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità a causa della mancata accessibilità degli autobus. Il caso scaturisce dai disagi subiti da alcuni ragazzi in sedia a rotelle, che non avevano potuto prenotare il viaggio per l’assenza sul bus delle pedane per salire e scendere dal mezzo e di posti di stazionamento della carrozzina. “La decisione del Tribunale di Roma, destinata a fare giurisprudenza, dimostra l’autentica via crucis che le persone con disabilità devono affrontare ogni giorno a causa della presenza delle barriere architettoniche presenti sui mezzi di trasporto – sia pubblici che privati – che impediscono a chi soffre di ridotte capacità motorie di viaggiare spostandosi da una città all’altra”, commenta l’associazione Coscioni.
I disabili non hanno la possibilità di viaggiare sui bus, si legge nell’ordinanza del Tribunale, per la mancanza di pedane per la salita e la discesa, nonché degli spazi per lo stazionamento della sedia a ruote, e dell’impossibilità di salire a bordo dei pullman in condizione di autonomia e sicurezza. Dalla descrizione della parte ricorrente emerge che l’accesso al servizio di trasporto per chi si trova in sedia a rotelle risulta “o del tutto precluso o fruibile in condizioni di estrema difficoltà oltre lesive della dignità individuale”, perché di fatto bisogna essere sollevati di peso da altre persone. “Deve essere disposta la cessazione della condotta illegittima, mediante ordine a Flixbus di predisporre a beneficio degli utenti con disabilità un servizio che consenta loro l’accesso tramite mezzi adeguatamente predisposti, eventualmente anche da utilizzare previa richiesta degli interessati”, dice il Tribunale.
La condotta di Flixbus è considerata discriminatoria secondo l’articolo 2 della l. 67/2006, laddove (art. 2 comma 3) si dice che “si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone”. La società dovrà pagare le spese legali, mentre è stata respinta la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale avanzata dall’associazione Luca Coscioni. La richiesta dell’associazione è che tutte le linee di trasporto siano chiamate a rispettare la legge.
“Nelle prossime settimane l’Associazione Luca Coscioni verificherà se Flixbus avrà posto termine alle condotte discriminatorie così come stabilito dal Tribunale di Roma, dando così modo a chi soffre di una qualche forma di disabilità motoria di avvalersi finalmente dei suoi servizi di trasporto low-cost – dichiarano Filomena Gallo e Alessandro Gerardi, rispettivamente Segretario e Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni – Nel frattempo l’Associazione chiede al Governo e ai Ministri competenti, a partire dal Ministro della Disabilità, di effettuare una ricognizione urgente su tutte le linee di trasporto nazionale e locale, pubbliche e private, al fine di imporre urgentemente, su tutto il territorio nazionale, il rispetto dei principi della parità di trattamento nonché della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”.