L’anno appena arrivato si presenta ancora incerto per l’economia. Il 2019 è ancora un anno all’insegna dello “zero virgola”, in cui gli italiani provano a essere ottimisti ma al tempo stesso sono polarizzati e divisi fra chi crede in un miglioramento dell’economia (21%) e chi pensa che l’Italia entrerà in recessione (19%).
Queste opposte visioni si riverberano nelle prospettive dei consumi 2019: sul podio rimangono cibo, viaggi e tecnologia, mentre si esaurisce la ripresa dell’automobile e la casa rimane intenzione di acquisto riservata a pochi. La fotografia è quella dell’“Italia che verrà” scattata con il sondaggio di fine anno Coop-Nomisma e le previsioni sui consumi 2019 del Rapporto Coop. La variazione del Pil è attesa allo 0,6% mentre il potere d’acquisto delle famiglie, dice la previsione, “potrebbe beneficiare dalle attese nuove misure (soprattutto il reddito di cittadinanza) mantenendo un tasso di crescita prossimo all’1% con un ritmo superiore al Pil. Su ritmi di poco inferiori la crescita dei consumi, comunque in calo rispetto agli andamenti 2015-2017 quando i tassi erano compresi fra l’1,5% e il 2%”. Già quest’anno potrebbero però pesare l’incognita 2020 quando, col possibile ricorso alle clausole di salvaguardia e all’aumento dell’Iva, “le famiglie potrebbero ulteriormente ridurre i consumi destinando i loro maggiori redditi a rimpinguare i risparmi”. Quest’anno sembra già caratterizzarsi per un rallentamento di acquisto dei beni durevoli, in particolare dell’automobile che ha assorbito buona parte dell’aumento di spesa nel 2018, e al ritorno di alcuni consumi di base tra cui l’ alimentare. Dice la Coop che “l’Italia rimane un Paese polarizzato e diviso. Se un 27% è convinto che nei prossimi 12 mesi l’economia nazionale accelererà, un 19% è invece certo che l’Italia entrerà in recessione. Gli antieuropeisti sono una minoranza, il 7% è convinto che l’Italia uscirà dall’Euro, ma anche gli euro-appassionati non sono molti: solo il 14% crede in un rafforzamento dell’Unione. Il vento dell’ottimismo sulla presa di velocità dell’economia soffia più al Sud e nelle Isole, che si contrappongono a un Nord più scettico. E proprio dalla situazione economica del Paese gli italiani non sanno bene se aspettarsi un 2019 in cui dover fare economia o in cui concedersi qualche soddisfazione in più”. La maggioranza è convinta che dovrà pagare di più per bollette e utenze, per carburanti e trasporti. Non si accettano rinunce, però, su viaggi e smartphone: l’83% degli italiani dichiara di pensare di regalarsi un soggiorno o una visita da qualche parte (era l’84% nel 2018) e solo il 15% lo esclude (era il 14% nel 2018); al secondo posto la tecnologia con lo smartphone (54% di favorevoli a questa spesa e un 30% che dichiara di non prevederla), i tablet e computer (ai quali pensano un 54% di italiani vs il 35% di chi dichiara di non prevederla), superati dai grandi elettrodomestici (54% vs 33%). Vengono invece scartate nelle previsioni di acquisto quelle di una nuova casa (72% dei no contro il 22% dei sì), e dell’auto ibrida o elettrica (67% dei no vs 29% di sì). Anche quest’anno, prosegue la Coop, la tavola e il cibo riaffermano la propria centralità. Gli italiani sono convinti che spenderanno di più per l’alimentare. Nel dettaglio, il 25% degli italiani è convinto che investirà di più nell’acquisto di prodotti a base di farina integrale, il 21% nei tradizionali e il 19% nei bio salutistici. In rallentamento ci sono invece i prodotti “veg” (il 45% degli italiani dichiara che o non lo consumerà affatto o ne ridurrà il consumo, solo l’11% in aumento), i senza glutine e lattosio (il 47% non li consumerà o li ridurrà, solo il 10% in aumento) e i senza sale (il 29% non lo consuma o lo diminuisce, solo il 13% in aumento). C’è poi un focus sui consumi di Natale. Non buono, perché non c’è stato alcun “miracolo” nei consumi. Sostiene la Coop: “Contrariamente al Natale 2017 che fece chiudere l’anno con un boom (inatteso) di vendite, il mese di dicembre si mantiene sostanzialmente in linea con l’andamento piatto che ha caratterizzato le vendite della grande distribuzione nel corso del 2018 e che non si discosta da quel leggero incremento già registrato nella prima parte dell’anno (+0,4%). Peraltro ottenuto solo grazie all’ulteriore crescita dei discount”.