Confconsumatori: Giudice di Pace condanna H3g a indennizzo di 1400 euro.

Un “indennizzo esemplare” di oltre 1400 euro: è quanto stabilito dal Giudice di Pace di Rieti a favore di un consumatore

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Confconsumatori: Giudice di Pace condanna H3g a indennizzo di 1400 euro.

Un “indennizzo esemplare” di oltre 1400 euro: è quanto stabilito dal Giudice di Pace di Rieti a favore di un consumatore che si era ritrovato addebitati in bolletta telefonica servizi non richiesti, musica e giochi, ed era stato sostanzialmente ignorato dalla compagnia telefonica, che non si era presentata neanche al tentativo di conciliazione con Confconsumatori.

Così si è chiusa la vicenda di un consumatore di Rieti assistito dall’associazione. L’utente aveva concordato un piano telefonico che prevedeva 80 euro bimestrali, ma nella prima fattura si era trovato quasi 50 euro di spese ulteriori per servizi mai richiesti né accettati. Così, dopo aver cercato inutilmente di chiarire la vicenda con la compagnia, la H3g, si è rivolto a Confconsumatori e ora non solo avrà il rimborso delle spese sostenute, ma anche un “indennizzo esemplare” di 1420 euro. Nella prima fattura il consumatore aveva trovato, nel dettaglio, costi aggiuntivi per un totale di 48,33 euro. Il titolare dell’utenza non era stato informato dell’attivazioni di tali servizi aggiuntivi (relativi a H3g e altri fornitori), né li aveva mai accettati. Dopo che la compagnia telefonica aveva semplicemente ribadito che i servizi attivati dovevano essere disdetti entro e non oltre sette giorni dalla ricezione dell’SMS di attivazione, il consumatore si era rivolto a Confconsumatori di Rieti che, dopo l’invio di reclami, rimasti senza risposta, aveva convocato la società per un tentativo di conciliazione, ma H3g non si era presentata alla seduta. Da qui la citazione in giudizio della società.  Oggi Confconsumatori rende noto che il Giudice di Pace di Rieti ha riconosciuto, nei confronti del consumatore, l’ingiusta attivazione di servizi non richiesti, condannando così la H3G S.p.a. alla restituzione dei costi indebitamente applicati, al pagamento di un indennizzo per servizi non richiesti nonché al risarcimento del danno non patrimoniale. La compagnia è stata condannata a restituire 95,76 euro di somme pagate (oltre le spese legali), più ulteriori 120 euro a titolo di indennizzo per l’attivazione di servizi non richiesti, 500 euro a titolo di danno non patrimoniale e 800 euro a titolo di indennizzo per la mancata risposta ai reclami e per la mancata partecipazione al tentativo di conciliazione. “E’ importante ricordare a tutti i consumatori – afferma l’avvocata Francesca Tilli, legale della Confconsumatori Rieti – che esistono precisi obblighi a carico delle compagnie telefoniche che sono direttamente responsabili in forza del principio di buona fede e correttezza contrattuale, così come previsto dall’art. 1175 e 1375 c.c. In particolare, la compagnia ha l’obbligo di informare tempestivamente l’utente di anomalie nei consumi ed eventualmente di procedere alla sospensione cautelativa del servizio. Pertanto, in assenza di tali “accortezze”, la compagnia telefonica deve ritenersi inadempiente nei confronti del consumatore, con conseguente riconoscimento a favore di quest’ultimo del diritto a non corrispondere l’intera somma fatturata e non solo”.

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