Buoni postali con errori: hai diritto a maggiori interessi. Ti aiutiamo a far valere i tuoi diritti

Sei in possesso di un buono postale sottoscritto tra il 1 luglio 1986 e il 23 giugno 1997? Potresti aver diritto a interessi più alti di quelli che ti hanno dato,

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Buoni postali con errori: hai diritto a maggiori interessi. Ti aiutiamo a far valere i tuoi diritti

Sei in possesso di un buono postale sottoscritto tra il 1 luglio 1986 e il 23 giugno 1997? Potresti aver diritto a interessi più alti di quelli che ti hanno dato, perché quei buoni contengono un errore.

Scopri come far valere i tuoi diritti. Ti aiutiamo noi. I buoni postali acquistati negli anni ’80 e ’90, si sa, avevano tassi di interesse davvero interessanti addirittura a due cifre. I buoni ordinari riconoscevano:

  • fino al 20esimo anno di possesso, tassi d’interesse capitalizzati ogni anno e crescenti con gli anni di possesso;
  • dal 20esimo al 30esimo anno riconoscevano un tasso d’interesse semplice pari a quello più alto riconosciuto negli anni precedenti.

Tuttavia alcune serie di questi buoni sono viziate dalla vecchia abitudine di Poste Italiane di utilizzare moduli di serie precedenti (forse per risparmiare la stampa di quelli nuovi), ai quali veniva apposto semplicemente un timbro con i tassi della nuova serie (generalmente più bassi di quella precedente). Questi moduli, dunque, hanno sul retro una tabella con gli interessi riconosciuti che però sono stati modificati da un timbro con i tassi più bassi. I buoni in questione sono quelli ordinari sottoscritti nel periodo compreso tra il 1 luglio 1986 e il 23 giugno 1997, ovvero i buoni della serie Q, della serie R e della serie S.

Ti spettano tassi più alti

Tuttavia, una recente decisione dell’ABF (Arbitro Bancario Finanziario), scaturita proprio dal caso di un nostro socio, apre un nuovo scenario e la possibilità di ottenere un rimborso degli interessi. Ma andiamo per ordine e facciamo un esempio.

Buoni postali con errori: hai diritto a maggiori interessi. Ti aiutiamo a far valere i tuoi diritti

Quello nell’immagine è un buono della serie Q emesso a gennaio 1987. Poste ha usato un modulo della precedente serie P (con tassi più alti) e ci ha applicato su un timbro con i tassi della serie Q. Peccato però che i tassi del timbro si fermino al 20esimo anno di possesso e nulla dicono circa il periodo compreso tra il 20esimo ed il 30esimo anno. Quindi l’ABF ha affermato che i tassi semplici da applicare, visto che non sono stati modificati dal timbro, sono quelli della serie precedente, ovvero la serie P (più vantaggiosi).

Rimborsi anche a tre zeri

Il tasso semplice riconosciuto alla serie P è del 15% e quello della serie Q è del 12%. Dunque per ogni 1.000 euro di capitale accumulato al 20esimo anno il cliente ha diritto a 300 euro di interessi in più. Se il capitale accumulato fosse di 5.000 euro il rimborso da chiedere a Poste in più sarebbe di ben 1.500 euro.

Ovviamente tutto dipende anche da quando il buono è stato sottoscritto e dal modulo usato da Poste. Addirittura ci potrebbero essere dei casi in cui la differenza sarebbe del 10%. E quindi in questo caso su ogni 1.000 euro di capitale accumulato il rimborso in più da chiedere sarebbe di 1.000 euro. Oppure ci potrebbero essere anche casi di rimborsi più ridotti: appena 5 euro ogni 1.000 euro.

Anche tu sei in possesso di buoni ordinari acquistati in quel periodo? Ecco passo passo cosa devi fare per chiedere ciò che ti spetta a Poste.

Cosa devi fare?

Verifica la data di sottoscrizione del buono, deve essere compresa tra il 1 luglio 1986 e il 23 giugno 1997.

Verifica sul retro se c’è un timbro con i tassi applicati.

Verifica se il timbro si ferma al 20esimo anno.

Se la risposta è sempre sì allora puoi fare reclamo a Poste e chiedere il giusto rimborso. Poste avrà 30 giorni di tempo dal ricevimento del reclamo per risponderti: se non risponde o dà una risposta non soddisfacente, puoi fare ricorso all’Arbitro bancario finanziario.

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