Molti giornali hanno riportato la notizia di un aumento sostanzioso del prezzo di circa 800 farmaci da banco. Ma le cose non stanno proprio così: l’aumento riguarda i farmaci di fascia C, quelli con ricetta, e non quelli “da banco”.
Un aumento frutto della mancata liberalizzazione di questa tipologia di farmaci. Un rincaro del 5,7% su quasi 800 farmaci “da banco”. Così molte testate giornalistiche hanno riportato la notizia dell’innalzamento dei prezzi su medicinali piuttosto diffusi. Peccato che la notizia non sia proprio esatta. L’aumento non è sui farmaci da banco, ovvero quelli che si vendono senza prescrizione medica e il cui prezzo è libero e fissato a discrezione del farmacista, ma dei cosiddetti farmaci di fascia C. Si tratta di quei farmaci che paga interamente il consumatore (e non il sistema sanitario nazionale) ma che possono essere venduti solo dietro presentazione di ricetta medica.
Farmaci di fascia C
Per intenderci stiamo parlando di farmaci come le pomate antibiotiche (come il Gentalyn), gli ansiolitici, le pillole anticoncezionali (come Yasmin), gli antipiretici con dosaggi elevati (come la Tachipirina 1000) venduti solo in farmacia e il cui prezzo è sì deciso autonomamente dalla casa farmaceutica, ma che può essere aumentato solo ogni 2 anni e che deve giustificare all’Aifa se gli aumenti sono sopra il tasso di inflazione (come in questo caso).
La notizia
La notizia è quindi che, secondo un’analisi di Pharmacy Scanner, 770 (su un totale di 3700) farmaci con ricetta in Fascia C registreranno in media un aumento del 5.7% rispetto 2 anni fa. Un aumento significativo considerato che il tasso di inflazione nello stesso periodo si è assestato intorno al 1.5%. Per fare un esempio su tutti la pillola anticoncezionale Yasmin passerà da 16,80 € a 17,40 €.
Aumenti facili senza liberalizzazione
La mancata liberalizzazione della fascia C agevola questi aumenti perché il mercato è di fatto privo di concorrenza. Infatti, dal 2012 è possibile applicare sconti anche sui farmaci con ricetta (quelli di fascia C appunto), ma di fatto le farmacie non li applicano perché non incentivate a farlo, come dimostrato da una nostra inchiesta di qualche anno fa dove su 100 farmacie solo 1 ci aveva applicato uno sconto.
Risparmiare coi farmaci equivalenti
Un’importante opportunità di risparmio è data dalla scelta dei farmaci equivalenti. Consultando la nostra banca dati è possibile confrontare i farmaci per principio attivo e cogliere importanti differenze di prezzo. Ad esempio la pomata Gentalyn Beta che costa ben 14,95 €, scegliendo l’equivalente il prezzo scende a 9 € (con un risparmio del 40%).