Per il vino gli acquisti all’estero hanno superato quelli nel mercato interno. Il prosecco invece rallenta, dopo dieci anni di crescita. Ma l’export agroalimentare nel mondo segnala record storico con un aumento delle esportazioni del 3,4% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto al 2017.
A dirlo è la Coldiretti, che spiega come quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentari interessino i Paesi dell’Unione Europea. Il principale partner è la Germania dove l’export cresce del 4,9%, mentre in Francia l’aumento è del 7,4%. In Gran Bretagna l’aumento è più contenuti (+1,3%) anche per gli effetti delle tensioni determinate dai negoziati sulla Brexit. Negli Stati Uniti, il principale mercato dell’italian food fuori dai confini dall’Unione, le esportazioni agroalimentari Made in Italy che fanno registrare un aumento contenuto all’1,5%. La Russia invece è in ripresa a più 6%. “L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”, ha detto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “a preoccupare è la nuova stagione di accordi bilaterali inaugurata dall’Unione Europea che dal Ceta con il Canada al Giappone sta di fatto legittimando il falso Made in Italy”. Moncalvo torna poi sui bollini a semaforo, considerati “allarmistici” perché penalizzanti prodotti quali olio extravergine, parmigiano reggiano, prosciutto di Parma. “Il bisogno di informazioni del consumatore sui contenuti nutrizionali deve essere soddisfatto nella maniera più completa e dettagliata, ma anche con chiarezza – ha detto il presidente Coldiretti – a partire dalla necessità di usare segnali univoci e inequivocabili per certificare le informazioni più rilevanti per i cittadini mentre sistemi troppo semplificati cercano di condizionare in modo ingannevole la scelta del consumatore”.