Non c’è una tale ripresa economica da giustificare un aumento dei prezzi, dunque ci sarà poco da temere dall’abolizione delle monetine da 1 e 2 centesimi: è quanto ribadisce Customer Care Service, che getta acqua sul fuoco in relazione al paventato “rischio inflazione” legato all’abolizione del conio degli spiccioli. “Rischi speculativi come quelli legati al passaggio lira/euro sono minimi o inesistenti”.
La questione riguarda lo stop al conio delle monetine da 1 e 2 centesimi, spesso abbandonate nelle tasche o nei portafogli, difficili da smaltire perché non vengono accettate neanche dai distributori automatici. La sospensione del conio di 1 e 2 centesimi è stata decisa dalla Commissione Bilancio della Camera che di recente ha dato il via libera a un emendamento alla manovrina, primo firmatario Sergio Boccadutri del Pd, che sospende appunto dal 2018 il conio dei centesimi più piccoli. Le monetine in circolazione conserveranno il loro valore legale. “Leggo che durante l’esame della manovrina in Senato qualcuno ha sollevato dubbi sulla sospensione del conio delle monete da 1 e 2 centesimi per via di non documentati rischi di inflazione – ha detto ieri Sergio Boccadutri, deputato Pd e componente della Commissione Bilancio della Camera – Al contrario tutti gli studi che posso agevolmente indicare, e l’esperienza dove la sospensione è già avvenuta, hanno dimostrato che questo rischio è inesistente. Del resto, le regole di arrotondamento al multiplo di 5 centesimi più vicino, si applicherà al totale dello scontrino, e non al prezzo dei singoli prodotti, e solo per il pagamento in contanti.
Sulle regole di arrotondamento persino la Bce si è pronunciata senza neanche fare cenno all’inflazione. Parlare quindi di rischio inflattivo significa usare la logica del ‘sentito dire’ che il legislatore dovrebbe mettere sempre evitare. Contro eventuali furbizie a danno dei consumatori la norma prevede un controllo sui prezzi, non per effetto della sospensione del conio, ma per evitare che qualcuno possa approfittarne”. La questione è stata ripresa da Customer Care Service, per il quale “fare retromarcia sull’abolizione delle monetine da 1 e 2 centesimi per paura di fiammate inflattive dovute a speculazione significa non avere capito nulla della disastrosa situazione in cui versa l’economia italiana e il commercio”. Per Customer Care Service “se ci sono risparmi ben vengano” perché i rischi speculativi come quelli del passaggio lira-euro non ci sono o sono minimi: “Da un lato l’abolizione delle monetine da 1 e 2 cent non è paragonabile al cambiamento epocale di una valuta con un’altra di valore nominale totalmente diverso, come avvenne con l’euro – sottolinea Customer Care Service – Dall’altro la situazione odierna è completamente diversa dal 2001. Oggi il problema non è l’inflazione, ma la deflazione”. Detto questo, “se ci sono importanti risparmi per lo Stato il cui costo di conio è superiore al valore nominale, si proceda all’abolizione delle monetine, se non ci sono o sono modesti si lasci perdere”.