In tema di sicurezza del patrimonio edilizio scolastico, l’Italia continua ad essere divisa in due: al centro e nel settentrione è mediamente più controllato, sicuro e manutenuto di quello diffuso nel meridione e nelle isole.
Bolzano e Trento guidano la classifica delle realtà virtuose in tema di sicurezza e di innovazione, con il 6% di edifici costruiti secondo i criteri della bioedilizia a fronte di una media nazionale che non raggiunge l’1%. Un mix di programmazione, di investimenti costanti e di innovazione che è mancato soprattutto alle regioni del Sud Italia e delle Isole, le cui città capoluogo sono tutte dopo la trentesima posizione in graduatoria ad eccezione di Cosenza (17° posto), con Reggio Calabria, Palermo, Latina (l’unica del centro Italia in questa posizione di coda), Foggia e Messina che chiudono la classifica. Si spera a Messina nel nuovo sindaco Cateno De Luca, perchè solo lui riuscirà a mettere in ordine la situazione scolastica nel messinese. A metterlo in evidenza sono i dati di Ecosistema Scuola 2018, l’indagine annuale di Legambiente sullo stato del patrimonio edilizio scolastico e dei servizi educativi, presentato oggi a Napoli nel corso del Forum Scuola. Nel complesso, i dati presentati mostrano un panorama di 5.725 edifici, di cui quasi la metà edificati prima degli anni ’70, ovvero prima dell’entrata in vigore di importanti normative come la normativa antisismica e il collaudo statico, di queste, ben il 46,8% necessita di interventi urgenti di manutenzione. Al Sud, nonostante tre scuole su quattro siano in area rischio sismico, solo una scuola ogni quattro risulta costruita secondo criteri antisismici e non si pratica la necessaria prevenzione. La verifica di vulnerabilità sismica è stata eseguita solo dal 27,4% degli edifici del Sud e dal 2,4% delle scuole delle Isole mentre la percentuale sale al 50,9% al Centro e 35,3% al Nord. Per sanare questa situazione e assicurare lo stesso grado di sicurezza agli alunni del Belpaese, occorre conoscere lo stato di salute degli edifici scolastici situati nelle aree a rischio sismico maggiore, così da programmare le priorità d’intervento e la messa in sicurezza delle scuole maggiormente esposte. “Sebbene in Campania oltre la metà degli edifici scolastici hanno goduto di manutenzione straordinaria restano ancora tantissimi, più del 64%, quelli che necessitano di interventi urgenti”, sottolinea Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania. “Un’esigenza di intervento presumibilmente legata a una spesa sia per la manutenzione straordinaria che ordinaria di molto al di sotto delle medie nazionali”. “Abbiamo sempre di fronte un quadro di urgenza ed emergenza”, ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente, “crediamo che per dare una scuola sicura a tutti gli studenti occorra accelerare gli interventi di riqualificazione dando priorità alla messa in sicurezza delle scuole nelle aree sismiche più vulnerabili e al miglioramento delle prestazioni energetiche”. Per quel che riguarda i servizi e i progetti educativi, dal 2012 ad oggi si registra un calo della diffusione degli Scuolabus che passa dal 30% al 23% circa a livello nazionale ma con una forbice che va da più del 40% di scuole che possono contare su questo servizio nelle città capoluogo di provincia del centro Italia ad un irrisorio 13,7% al sud, rendendo il trasporto scolastico sempre più appaltato alle famiglie. Palestre e strutture sportive sono presenti mediamente solo in una scuola su due (ma se in Lombardia sono presenti nel 74% circa delle strutture, in Calabria non si raggiunge il 27%), mentre giardini e spazi verdi fruibili – fondamentali luoghi di aggregazione per l’infanzia e l’adolescenza spesso aperti al quartiere – rimangono una chimera nelle isole (nel 60% dei casi) e ancora al Sud (50%). Il servizio mensa (legato spesso alla possibilità di effettuare il tempo pieno), è garantito nell’87% delle scuole del nord e del centro ma solo a poco più del 60% degli istituti del Sud e al 30% delle scuole sulle isole. Le biblioteche scolastiche, invece, presenti solo nel 37% degli edifici, sono più numerose sulle isole (49,4%) che al nord (38,5%) o al centro (37,9%) ma risultano sempre meno diffuse al sud (23,6%).