Allergie e intolleranze agli additivi alimentari: non sono pochi i danni causati da tali sostanze. Uno dei danni consiste nella loro capacità di far sviluppare allergie o intolleranze. Anche se vi è una certa tendenza, da parte di molti medici che brancolano nel buio, a diagnosticare improbabili allergie agli alimenti, la causa può essere ricercata spesso tra gli additivi che si trovano negli alimenti che sono sottoposti a processi per scopi o di conservabilità, di consistenza e sapore.
In Italia ed in Europa sono ammessi anche additivi che hanno una DGA (la quantità massima, per chilo di peso corporeo, che può essere ingerita per tutta la vita senza problemi di salute alla luce delle conoscenze attuali) molto bassa, che però si può superare facilmente. Esempio: l’eritrosina, un colorante che si usa esclusivamente per le ciliegie candite e per quelle presenti nelle macedonie in scatola, ha una DGA di 0,1 mg/chilo, il che vuol dire che un bambino di 20 chili non può ingerire di questo additivo più di 2 mg al giorno (0,1 mg x 20), quantità che si supera consumando poche ciliegie candite. Stando alle prove sulle cavie, l’eritrosina può causare problemi di tiroide se si eccede nel consumo. I glutammati sono sospettati come causa di reazioni di intolleranza alimentare. Tra gli edulcoranti di sintesi, il ciclammato di sodio è vietato negli USA ma ammesso in Europa così come alcuni coloranti.
È possibile, in pratica, che gli additivi alimentari causino molte più allergie ed intolleranze di quanto si pensi. I test di cui dispongono i servizi di allergologia, non sono attendibili e danno molti falsi negativi. Pertanto è importante per il medico conoscere la storia clinica del paziente ed eventuali diete di eliminazione.
CONSIGLIO ECOLOGICO. Preferire gli alimenti freschi a quelli industriali ed evitare quelli che di norma sono pieni di additivi. Anche gli integratori possono contenere molti additivi. I prodotti biologici per legge possono contenere solo 50 additivi degli oltre 400 permessi nell’industria.
