Paure dietro le vaccinazioni. Si o no al vaccino?

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La vaccinazione è un fondamentale intervento di Sanità pubblica, che si prefigge di proteggere sia l’individuo che la comunità. Le vaccinazioni sono un presidio preventivo fondamentale per la salute, la cui introduzione ha permesso di ridurre in pochi decenni l’incidenza di malattie gravi e potenzialmente letali che erano diffuse da millenni, la mortalità dei bambini vaccinati e varie forme di disabilità nel mondo. Le vaccinazioni, nonostante siano considerate fra le scoperte scientifiche più importanti per il genere umano, continuano in qualche modo a far paura.

I dati del ministero si riferiscono alle coperture vaccinali a 24 mesi d’età relative al 2013 e riguardano la maggior parte delle immunizzazioni offerte gratuitamente: poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse, Haemophilus influenza e b, morbillo, parotite e rosolia. Le prime quattro dell’elenco sono considerate ‘obbligatorie’ eppure registrano un tasso di immunizzazioni inferiore al 95%; tasso che cala ulteriormente e drasticamente all’86% per le vaccinazioni – consigliate o raccomandate – contro il morbillo, la parotite e la rosolia. I dati sono ancora contenuti, ma è il trend degli ultimi due anni che preoccupa le autorità sanitarie in prospettiva. Il calo delle coperture vaccinali è responsabile dei numerosi casi di morbillo e della presenza di malattie che potevano già essere debellate. Il fenomeno è in gran parte dovuto a una cattiva informazione, in quanto molte famiglie si collegano al web, senza verificare la qualità dell’informazione. Sono molte le madri e i padri che non fanno fare i vaccini ai figli, fra loro molti vegani. Sono spaventati da quello che leggono sul web, pensando che tre mesi di vita siano pochi per una vaccinazione. La situazione tende progressivamente a peggiorare e rischia di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo, poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso e, di conseguenza, aumentare il rischio che bambini non vaccinati si ammalino. Walter Ricciardi spiega che siamo al limite della sicurezza e, se non invertiamo quanto prima questa tendenza, corriamo il rischio di vere e proprie epidemie di gravi patologie che invece possono essere prevenute. Nessun vaccino può avere un’efficacia del 100%, ma se la percentuale di persone vaccinate supera una certa soglia, vicina a questa percentuale, l’agente infettivo non può più circolare.

La questione vaccino ‘Sì’ o ‘No’ e comunque l’obbligatorietà della vaccinazione resta dunque oggetto di dibattito, malgrado la grandissima parte della comunità scientifica non abbia dubbi sul fatto che i benefici sono nettamente superiori ai rischi. Basti pensare che alcune malattie, come il vaiolo, sono quasi scomparse proprio grazie alle campagne di vaccinazione. In passato è accaduto che i vaccini abbiano danneggiato bambini, ma ad oggi le cose sono totalmente diverse, ed è molto più raro che si riscontrino effetti negativi sulla salute. Un bambino su mille, in media, è colpito da effetti collaterali moderati, come pianto prolungato. Le probabilità di effetti più gravi, come convulsioni o blocco intestinale, si attestano intorno a una su decine di migliaia. Non è vero che troppi vaccini insieme possono causare danni sulla salute dei bambini, in quanto il loro sistema immunitario è capace di accoglierli. Lo Us Center for Disease Control and Prevention raccomanda i vaccini in tenera età perché è il momento in cui i bambini sono più vulnerabili.

Alcuni ne fanno una questione di libertà personale scegliere se vaccinare o no i propri figli e sono contro l’obbligatorietà però dovremmo pensare che “La libertà di ciascuno ha per limiti logici la libertà degli altri. (Alphonse Karr) “ e che al giorno d’oggi, sono il rimedio unico universalmente riconosciuto e più efficacie per la protezione di malattie infettive.

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