Le società finanziarie Fannie Mae e Freddie Mac, nel 2008, stavano fallendo. La crisi finanziaria mondiale le stava travolgendo. Il presidente Usa Barack Obama, in quel periodo appena eletto, decise di dar loro un prestito complessivo di 200 miliardi di dollari (circa 150 miliardi di euro).
Alla fine dell’anno fiscale 2013, tutti quei soldi erano già stati restituiti. A oggi, con il primo trimestre 2015, la restituzione è salita a 227,8 miliardi di dollari, e altri soldi entreranno nelle casse dello Stato Usa nei prossimi mesi.
Fannie Mae e Freddie Mac sono due società specializzate nei prestiti a persone e società per l’acquisto di abitazioni (lo ha spiegato, tra gli altri, Walter Galbiati sull’edizione cartacea di Affari & Finanza dello scorso 5 marzo). Quando il presidente Obama convinse il Parlamento a concedere loro quel prestito enorme, nel novembre 2008, fu molto criticato: il settore immobiliare sembrava entrato in una crisi strutturale, non momentanea, e molti pensavano che quei 200 miliardi fossero praticamente soldi buttati. O, ancora peggio, soldi di tutti i contribuenti americani regalati ad avidi finanzieri che non si erano dimostrati in grado di fare bene il proprio mestiere.
Ma Obama, saldo nelle proprie convinzioni, decise di concedere altri prestiti, ad altre banche e finanziarie, per un totale di 800 miliardi di dollari (numeri più dettagliati li pubblicò il sito web del Messaggero il 25 novembre 2008, qui il link all’articolo).
E, a quanto pare, aveva ragione. Tanto ha dato, ma tanto di più (almeno il 10% in più, a oggi) lo Stato americano sta ricevendo. L’economia Usa si è rimessa in moto secondo i calcoli ortodossi della crescita del Pil, Prodotto interno lordo.
(Qualsiasi riferimento alla condizione finanziaria di gran parte dell’Europa, che è stata investita dalla crisi come gli Usa ma è ancora lì che soffre, non è casuale).
(Europa che, con alcuni anni di ritardo, adesso ha accettato il piano di Quantitative Easing di Mario Draghi, presidente della Bce, Banca centrale europea. Che consiste in, pensa che caso, un prestito di 60 miliardi al mese da erogare per 18 mesi, per una cifra complessiva di 1˙080 miliardi di euro. Obama era criticato, ma adesso si fa come lui).