È uno dei prodotti eno-gastronomici simbolo del Made in Italy e, complice un consulente tecnico che si è appropriato di documenti e materiali che ne attestavano la tipicità, è stato oggetto di una clamorosa contraffazione: la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Siena hanno scoperto una frode a danno del vino Brunello e Rosso di Montalcino, che ha portato al sequestro di oltre 160 mila litri di vino, pari a 220 mila bottiglie, per un valore di almeno un milione di euro.Non era vero DOCG ma solo vino comune che un abile truffatore riusciva a “travestire” da Brunello e da Rosso di Montalcino: questo il cuore dell’Operazione Brunello portata avanti dalla Finanza, in collaborazione con l’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, che si è mossa su segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.
L’attività investigativa finora ha portato al sequestro di 165.467 litri di vino – pari a circa 220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl. – di cui 75.620 litri di Brunello di Montalcino e 89.847 litri di Rosso di Montalcino, per un valore di almeno un milione di euro, e di 2.350 contrassegni di Stato, di copiosa documentazione e materiale contraffatto. Nella truffa un ruolo di prim’ordine è stato ricoperto da un consulente tecnico, che lavorava per svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode, che si era appropriato di documenti e materiali attestanti la DOCG e li aveva riprodotti in modo contraffatto per “vestire” partite di uva e vini comuni che poi rivendeva come vini di qualità. Il consulente era inoltre riuscito a inserire dati falsi nella banca telematica A.R.T.E.A. della Regione Toscana (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura), completando in questo modo la copertura fittizia del prodotto e rendendone difficile l’individuazione. Cosa è accaduto nel dettaglio? Dal 2011 al 203 il professionista, aiutato da diversi collaboratori, è riuscito a commercializzare un enorme quantitativo di vino di modesta qualità spacciandolo per Brunello e Rosso di Moltalcino: si era infatti impossessato della documentazione – quali contrassegni di Stato, fatture, documenti di trasporto – che attestava la DOCG e l’aveva riprodotta in modo artefatto. I documenti gli permettevano così di accompagnare partite di uva e di vino comune – acquistate, presumibilmente in nero – che vendeva alle cantine durante la fase della vendemmia e dell’invecchiamento, mentre i contrassegni gli avrebbero permesso, invece, di “vestire” da Brunello – in modo perfetto e impossibile da scoprire – bottiglie di qualunque vino rosso.
Una parte del vino sequestrato era ancora nella fase dell’invecchiamento in botte: in quei casi l’acquirente avrebbe conservato per anni quel prodotto convinto di ottenere, alla fine del ciclo previsto dal disciplinare, un prodotto eccellente. Il meccanismo era poi perfezionato dal fatto che il professionista è riuscito a inserire dati falsi nella banca dati A.R.T.E.A. della Regione Toscana creando così una perfetta corrispondenza tra la falsa documentazione amministrativa e i dati telematici consultabili dagli organi di controllo: il risultato sono stati falsi dati sulla produzione delle vendemmie, sulle giacenze contabili e sulle cessioni di vino sfuso. Finora sono stati sequestrati oltre 165 mila litri di vino falso Montalcino per un valore di almeno un milione di euro. Il consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo ad un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso. Il risultato era vino di scarsa qualità al posto di vino d’eccellenza: la contraffazione, spiega il Ministero delle politiche agricole, veniva realizzata aggirando il sistema di tracciabilità posto a garanzia delle produzioni e l’operazione è scattata in seguito alla segnalazione da parte del Consorzio di Tutela del vino Brunello di Montalcino di movimentazioni di cantina fittizie, scoperte nel corso di una verifica dell’organismo di controllo Valoritalia srl, autorizzato alla certificazione del Brunello di Montalcino. “Abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – e l’operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. L’azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano. Proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di impedire che la frode colpisse ancora i consumatori e di porre fine a un’odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l’esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti”.
“Dall’inizio della crisi sono più che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici con un incremento record del 102 per cento del valore delle bottiglie sequestrate perché adulterate, contraffatte o falsificate, con un danno incalcolabile per il prodotto agroalimentare Made in Italy più esportato”, ha commentato di fronte a questa operazione la Coldiretti.