Agriturismo, pubblicati i dati Istat 2011: meno investimenti ma più nuove imprese al femminile

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Il dato più evidente delle cifre 2011 sull’agriturismo, appena pubblicate dall’Istat, è la netta flessione della creazione di nuove attività: le aziende agricole che hanno investito sull’avvio dei servizi di ospitalità, sono diminuite del 30% rispetto al 2010, sicché, in un anno, la crescita dell’offerta è caduta dal 5% al 2,2%.

Lo rileva Agriturist, Associazione per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio di Confagricoltura, attribuendo questa brusca frenata dello sviluppo del settore, alla flessione della domanda turistica interna, che non ha risparmiato l’agriturismo, e alla difficoltà di accesso al credito, innescate dalla crisi economico-finanziaria.«Stanno arrivando puntualmente – dichiara la presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio – gli effetti della crisi anche sull’offerta, dopo la flessione progressiva della domanda interna registrata a partire dal 2008. Questo conferma l’urgenza di misure governative che restituiscano capacità di spesa alle famiglie italiane e promuovano adeguatamente la vacanza in Italia sui mercati esteri».

Per la prima volta l’incremento dell’offerta di ristorazione è inferiore a quello dell’offerta di alloggio: nel 2011, il rapporto dell’Istat registra un modesto +1,2%, rispetto al +6,2% dell’anno precedente. I posti a tavola sono addirittura diminuiti: nel 2010 erano 385.470, nel 2011 sono stati 385.075.

Netta la connotazione «al femminile» della crescita dell’agriturismo nel 2011: su 440 nuove aziende, soltanto 17 sono condotte da maschi, contro le 423 condotte da donne. È evidente – secondo Agriturist – che le donne stanno reagendo alla crisi in modo molto più costruttivo degli uomini, cercando di dare alla propria attività agricola nuove opportunità di reddito. L’incidenza dell’agriturismo «al maschile» è dunque scesa dal 65,7% del 2010, al 64,4% del 2011.

Significativa è anche la diffusione dell’agriturismo a carattere ecologico: le aziende che collegano l’ospitalità a «osservazioni naturalistiche» sono aumentate del 13,8%. L’agriturismo ha le carte in regola per intercettare quote significative del turismo mondiale, la cui crescita è stimata dall’Omt (Organizzazione Mondiale del Turismo) nell’ordine del 4% (primi otto mesi del 2012). D’altra parte le potenzialità di sviluppo dell’offerta nel nostro Paese sono ancora molto rilevanti, soprattutto in termini di antichi edifici rurali da restaurare per l’accoglienza e di specialità enogastronomiche «Made in Italy» da valorizzare tramite la ristorazione e la vendita sul posto.

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