Altroconsumo: Google rispetti la privacy degli utenti.

La nuova policy della privacy adottata da Google solo pochi giorni fa non piace: ancora poca trasparenza nella raccolta delle informazioni degli utenti.

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Altroconsumo: Google rispetti la privacy degli utenti.

La nuova policy della privacy adottata da Google solo pochi giorni fa non piace: ancora poca trasparenza nella raccolta delle informazioni degli utenti.

E così tornano a farsi sentire le preoccupazioni delle associazioni dei consumatori, in Italia come in Europa. A seguito della multa di 50 milioni di euro al colosso Usa della Cnil, l’autorità nazionale francese per la protezione dei dati, Altroconsumo chiede che Google agisca immediatamente per rispettare la privacy dei consumatori. La multa conferma la preoccupazione espressa già nei mesi scorsi da Altroconsumo: attività di Google non risulta in linea con gli obblighi previsti dal regolamento europeo per la protezione della privacy (Gdpr). “Stiamo modificando il modo di controllare i dati per facilitare l’impegno con le autorità di protezione dei dati dell’Unione Europea attraverso il One Stop Shop, un meccanismo del GDPR creato per assicurare la coerenza delle decisioni normative riguardanti le aziende e i cittadini europei. È importante sottolineare che queste modifiche non vanno ad alterare in alcun modo il funzionamento dei nostri prodotti o il modo in cui raccogliamo ed elaboriamo i dati degli utenti all’interno dei servizi Google”, scriveva sul blog della compagnia, Anne Rooney, public policy manager di Google. Ma i dubbi non si placano. Anche in seguito all’analisi elaborata dal Norwegian Consumer Council, le Organizzazioni europee del network Euroconsumers (Test-Achats, in Belgio, OCU in Spagna e DECO ProTeste in Portogallo) avevano già chiesto formalmente a Google chiarimenti in merito alle pratiche poco trasparenti utilizzate per spingere i consumatori a condividere i propri dati. Ivo Tarantino responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo: “Dopo gli scandali di Facebook un altro esempio di come i giganti del digitale debbano urgentemente riequilibrare le loro politiche e attività nel rispetto della privacy, del valore dei dati e dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Un ecosistema digitale efficiente, come ogni mercato, richiede la fiducia dei consumatori. Il tempo sta scadendo: Google e le altre aziende devono rispettare i diritti dei cittadini”. Altroconsumo e le associazioni europee partner – così come già fatto in passato –  sono pronte a schierarsi per difendere i diritti dei consumatori contro le big tech e stanno valutando ogni possibile azione a tutela della privacy.

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