Informazioni inadeguate sulla scatola della PlayStation 4 e su PlayStation Store su un elemento rilevante: la necessità di dover sottoscrivere un abbonamento a pagamento per poter giocare a distanza in modalità multiplayer online.
Questa la motivazione che ha portato l’Antitrust a sanzionare Sony per due milioni di euro. Una pratica commerciale scorretta, quella contestata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla base di alcune segnalazioni di consumatori. Informazioni carenti o scritte troppo piccole sulla confezione della console e sul processo di acquisto a distanza di videogiochi attraverso l’applicazione PlayStation Store, perché non è chiaro che serve un abbonamento a pagamento per giocare in modalità multiplayer online: queste le motivazioni alla base della sanzione. Il procedimento avviato riguarda dunque, si legge nell’ultimo bollettino dell’Autorità, il comportamento adottato nella promozione e nella vendita della console PlayStation 4 e dei videogiochi tramite il PlayStation Store, e si riferisce alla carenza o alla omissione di informazioni sulla necessità di dover sottoscrivere l’abbonamento a pagamento PlayStation Plus per poter giocare in modalità multiplayer online con altri giocatori. Il problema riguarda prima di tutto la confezione della console, dove l’informazione non è chiara e immediatamente percepibile, poiché è scritta in caratteri molti piccoli e di difficile lettura nel retro della confezione. E riguarda anche il processo di acquisto a distanza di videogiochi tramite l’applicazione Playstation Store a cui si può accedere dalla console Playstation 4, dal sito internet del gruppo (//store.playstation.com/it-it) e dall’App dedicata per Smartphone. “Durante il processo di acquisto non risulta evidenziata, in maniera chiara e sin dal primo contatto, la circostanza che sia necessario l’abbonamento a pagamento PlayStation Plus per poter utilizzare il videogioco in modalità multiplayer online”. L’argomentazione dell’Antitrust fa inoltre riferimento all’andamento di questo mercato: nel 2017 il settore dei videogiochi in Italia ha realizzato un giro d’affari complessivo di quasi un miliardo e mezzo di euro, in crescita rispetto al 2016. E comprende due grandi categorie di prodotti: console e accessori di gioco, software per videogiochi. L’Antitrust spiega che “non appare condivisibile l’argomentazione del professionista secondo cui il consumatore medio che acquista PlayStation 4 sarebbe tecnicamente esperto e dotato di un grado di conoscenza del settore particolarmente elevato, sicché l’informazione diffusa non sarebbe carente”.Quindi “la presunta avvedutezza del target di consumatori non esclude la scorrettezza del messaggio”. Anche perché, prosegue l’Autorità, la console viene acquistata anche da giocatori alle prime armi o che semplicemente fanno un regalo: “le console di gioco e i videogiochi non sono acquistati soltanto da consumatori al corrente dei requisiti di gioco della console PlayStation 4 e, quindi, della necessità di possedere un abbonamento PlayStation Plus per poter accedere alla modalità di gioco multiplayer online, ma anche da soggetti che acquistano la console o si avvicinano al mondo dei videogiochi per la prima volta, nonché da consumatori che sono totalmente ignari dei requisiti di gioco, ovvero acquistano la console o i videogiochi come regalo per altre persone. Occorre, quindi, che anche queste categorie di consumatori siano adeguatamente informate, sin dal primo contatto, sulle caratteristiche e i costi della console PlayStation 4 e sulla necessità di dover stipulare un abbonamento a pagamento per poter fruire della modalità di gioco multiplayer online”. Fra l’altro il gioco online è sempre più diffuso e il settore tende sempre di più al multiplayer online: considerato lo sviluppo del settore, che permette di giocare online in modo semplice e di socializzare a distanza con altri giocatori, “appare del tutto ragionevole ipotizzare – scrive l’Antitrust – che un consumatore medio acquirente di una console di ultima generazione come PlayStation 4 possa attendersi che il gioco online sia compreso tra le caratteristiche del prodotto acquistato”. Fra l’altro, puntualizza l’Autorità, Sony ha deciso di cambiare strategia, perché nella precedente console il gioco online era gratuito, quindi è facile pensare che i consumatori già possessori di PlayStation 3 non fossero consapevoli della necessità di dover pagare un abbonamento per il gioco online. I problemi ci sono anche nell’acquisto di videogiochi a distanza. Dal procedimento “risulta che Sony ha fornito, durante il processo di acquisto a distanza di tali videogiochi, informazioni carenti e/o omissive in ordine ad un elemento rilevante delle loro caratteristiche, concernente la necessità di dover sottoscrivere l’abbonamento a pagamento PlayStation Plus per poter giocare in modalità multiplayer online”. Da qui la sanzione in solido di due milioni di euro alle società Sony Interactive Entertainment e Sony Interactive Entertainment Italia S.p.A. e novanta giorni di tempo per adeguare la confezione.