Saldi al via il 5 gennaio. Consumatori: niente corsa allo shopping e rischio flop.

Si aspettano saldi sempre meno attraenti (Adoc) e paventano un vero e proprio flop (Codacons)

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Saldi al via il 5 gennaio. Consumatori: niente corsa allo shopping e rischio flop.

Davvero è tempo di saldi? La domanda nasce non tanto dall’avvio delle vendite di fine stagione, quasi tutte ai nastri di partenza sabato 5 gennaio, con la possibilità di destinare agli acquisti l’intero fine settimana, quanto dall’assetto dei consumi che fra promozioni ripetute durante l’anno, Black Friday e soprattutto aumento dell’e-commerce, sembrano non premiare più queste iniziative.

Almeno questa l’impressione delle associazioni dei consumatori, che si aspettano saldi sempre meno attraenti (Adoc) e paventano un vero e proprio flop (Codacons). Quale sarà il budget a disposizione dei saldi invernali? Secondo l’Adoc la spesa media non sarà superiore a 165 euro a famiglia, con saldi sempre meno attraenti causa promozioni legate al Black Friday e alla diffusione dell’e-commerce e senza contare l’impossibilità delle famiglie di destinare grandi cifre alle spese extra. Spiega Roberto Tascini, presidente Adoc: “La spesa delle famiglie per i saldi non supererà i 165 euro di media, secondo le nostre previsioni. Oggi il rito dell’acquisto a saldo è fortemente depotenziato, a causa di una pluralità di motivi. Da una parte la combinazione tra redditi bassi e spese primarie e irrinunciabili elevate, come quelle sostenute per alimentazione, casa, trasporti e tasse, non permette alle famiglie italiane di destinare grosse cifre alle spese extra come i saldi. Dall’altra l’avvio dei saldi subito dopo le festività natalizie, la contemporanea diffusione del rito del Black Friday e la crescita costante dell’e-commerce limitano ulteriormente la corsa ai saldi. Dato che online è sempre possibile approfittare di sconti e offerte, in media del 10-15%, i consumatori preferiscono diluire la spesa per il vestiario durante l’anno, piuttosto che concentrarla in un determinato periodo”. Da qui l’interrogativo sulla “attualità” delle vendite in saldo. Prosegue Tascini: “Continuiamo a chiederci se ormai abbia ancora un senso, anche per i negozianti, mantenere l’attuale configurazione dei saldi e non piuttosto liberalizzarli e mantenerli attivi tutto l’anno. Una soluzione che a nostro avviso offrirebbe un vantaggio sia per i consumatori che per i commercianti e che darebbe fiato ai negozi fisici, sempre più in difficoltà.” Anche il Centro ricerche consumi e ambiente prevede una “stagnazione dei consumi” per i saldi invernali 2019 e parla di un 40% di famiglie che farà acquisti, con una spesa media stimata in circa 180 euro a famiglia e un aumento dell’1%  in linea col tasso di inflazione. Per il Codacons non ci sono dubbi: i saldi di quest’anno si riveleranno un flop per le vendite, perché si tratta di sconti di fine stagione ritenuti “sempre più inutili e obsoleti”. Le vendite al via il 5 gennaio, dice il Codacons, sono destinate a registrare un nuovo calo, in linea con una tendenza consolidata negli ultimi anni. “I saldi invernali non basteranno a risollevare le sorti del commercio – commenta il presidente Codacons Carlo Rienzi – Gli acquisti durante il periodo di sconti, infatti, faranno registrare anche nel 2019 una pesante flessione, pari a circa il -7% su anno e una spesa media a famiglia che scende a quota 157 euro. Questo perché da un lato la data di partenza delle promozioni al termine delle feste natalizie e di Capodanno è assolutamente inadeguata, avendo le famiglie già svuotato i portafogli tra regali e spese alimentari; in secondo luogo i consumatori hanno modificato profondamente le proprie abitudini, spostando gli acquisti verso l’e-commerce che registra crescite delle vendite a due cifre e che può godere di sconti liberi tutto l’anno”. Per Rienzi, dunque, “in tale contesto i saldi di fine stagione appaiono  inutili e obsoleti e andrebbero eliminati del tutto, per fare posto sia a iniziative come il “Black Friday” che registrano il grande favore dei consumatori, sia alla liberalizzazione degli sconti, lasciando agli esercenti la facoltà di scegliere quando e come scontare la propria merce”.

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