Donne e violenza, da Codice Rosso alla tutela dalle ripercussioni economiche

Assicurare una corsia preferenziale alle denunce di violenze subite dalle donne, dando a questi casi una priorità di trattamento, proprio come succede negli ospedali con i pazienti più gravi.

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Donne e violenza, da Codice Rosso alla tutela dalle ripercussioni economiche

Assicurare una corsia preferenziale alle denunce di violenze subite dalle donne, dando a questi casi una priorità di trattamento, proprio come succede negli ospedali con i pazienti più gravi.

Questo l’obiettivo del progetto di legge “Codice Rosso” presentato ad ottobre dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, su cui vogliamo soffermarci riprendendo il tema attuale della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne di ieri. Una violenza, che va dallo stupro al femminicidio al controllo e alla limitazione economica. “Lo Stato deve fare tutto il possibile per riuscire a debellare la piaga della violenza sulle donne, puntando non solo sulla repressione e sulla punizione ma, ancor prima, sulla prevenzione di questi delitti odiosi. Lo Stato e la giustizia devono intervenire prima che succeda l’irreparabile, proteggendo i suoi cittadini, specie quelli più deboli. Chi fa violenza a una donna non è un uomo”, ha commentato il Ministro. “E’ inaccettabile che ci siano donne che muoiono in attesa di giudizio. Questa è una legge che nasce dall’esperienza e dalle storie di tante donne che sono state uccise o che hanno subito violenze molto gravi”, ha aggiunto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, che insieme a Michelle Hunziker, ha fondato l’Associazione “Doppia Difesa” a tutela delle donne sottoposte a violenza. La proposta prevede che la polizia giudiziaria comunichi immediatamente al pm la notizia di reato e il magistrato avrà l’obbligo di ascoltare la presunta vittima entro tre giorni. Tra le altre disposizioni, viene previsto anche l’obbligo di formazione specifica per gli operatori di polizia. La formazione degli operatori e professionisti è uno strumento essenziale per rendere la prevenzione reale ed efficace. La violenza economica è un aspetto della violenza contro le donne ancora nascosto e non facilmente identificabile. Lo scorso 21 novembre l’Ordine dei Commercialisti (ODCEC) di Roma ha organizzato un evento dedicato proprio al tema “Stalking e violenza di genere: tutele giudiziarie e aspetti di natura economica”. Il momento di formazione e comunicazione ha visto tra le promotrici Antonia Coppola, consigliere dell’Ordine con delega alle pari opportunità e Cristiana Rossi, Commercialista ODCEC di Roma. La violenza economica è un fenomeno di difficile individuazione spesso a causa della inconsapevolezza della vittima. “I commercialisti – ha detto Antonia Coppola – sono soggetti della società civile e professionisti sono un punto di osservazione privilegiato, potremmo definirci sentinelle della violenza economica. Nell’ambito dei procedimenti giudiziari abbiamo un ruolo di tecnici: nell’ambito di divorzi, separazioni, determinazione del danno patrimoniale e lucro cessante”. Qualche esempio? “Ci sono donne – ha spiegato Coppola – che assumono obbligazioni, impegni economici, rilasciano fideiussioni, fanno da prestanome alle società del partner, mettono a garanzia i loro patrimoni a favore del partner perché a lui totalmente affidate in totale inconsapevolezza. Quando tutto ciò è oggetto di situazioni relazionali patologiche, ci si trova di fronte a fenomeni di violenza economica dirompenti”. Ma quante volte la dipendenza economica si trasforma in uno strumento di ricatto e violenza nei confronti della donna? “Al momento la nostra categoria non ha dati in merito – ha detto Coppola – ma stiamo elaborando un modello per raccogliere dei dati sulla violenza economica. Ciò di cui c’è bisogno ora è lavorare sul fronte della comunicazione e della formazione, ed è quello che abbiamo voluto fare con il convegno “Stalking e violenza di genere”. L’obiettivo è quello di superare il problema dell’omertà e lo strumento migliore è la consapevolezza e la formazione dei nostri colleghi affinché siano in grado di perimetrare il fenomeno e distinguere i casi tra conflitto e violenza”.

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